Mirco Crosatto ci racconta Diphy, la sua lampada icona ispirata a un fiore raro

Ho scoperto Mirco Crosatto attraverso la sua lampada Diphy: la più eterea e poetica luce che abbia mai visto in giro, ecco perché considero prezioso il suo personale racconto di come sia stata concepita, e di come l’ispirazione di un fiore si sia integrata perfettamente con la tecnologia applicata, conservando la leggerezza quasi organica del petalo.

Quali sono le tre tappe fondamentali del percorso professionale che ti ha portato fino a qui?
Anzitutto, l’essere cresciuto professionalmente assieme a Linea Light Group in questi 21 anni. L’aver avuto l’opportunità di sperimentare, cosa per niente scontata e difficile da trovare in molte altre aziende: in fin dei conti, proprio la sperimentazione continua è alla base della creazione di una lampada di successo. Infine, il poter contare su un team composto da ragazzi giovani, brillanti e appassionati che mi forniscono un aiuto concreto nello sviluppo dei prodotti. Mi sembra giusto riconoscere anche i loro meriti.

In cosa consiste, oggi, il tuo lavoro con Linea Light Group?
Attualmente sono Responsabile del Reparto R&D decorativo. Oltre a realizzare gli articoli ideati da me, collaboro sia con il nostro team interno di sviluppo, che con i designer esterni nell’ingegnerizzazione dei loro progetti.

La lampada Diphy: come è nata in te e a cosa ti sei ispirato?
Premessa: in questi ultimi anni abbiamo realizzato in Linea Light Group diversi prodotti utilizzando la tecnologia OptiLightTM da noi sviluppata e brevettata. L’effetto visivo è davvero suggestivo e l’emissione luminosa di prima qualità. Le forme che avevamo realizzato fino a quel momento, tuttavia, erano sempre basate su elementi bidimensionali: viste le potenzialità, si poteva fare un passo in più.

Ho incominciato a chiedermi come si sarebbe comportata questa straordinaria tecnologia se il materiale sulla quale veniva adottata, il PMMA, fosse stato curvato termicamente. Si trattava di un abbinamento mai tentato prima in campo illuminotecnico, neppure con tecnologie simili, per via delle numerose difficoltà tecniche.
Dopo numerosi tentativi, alla fine siamo riusciti ad ottenere l’effetto che volevamo. Il risultato finale, a dir poco spettacolare, rappresentava il giusto premio per i nostri sforzi!

Con questa nuova opportunità, ho incominciato a pensare alla lampada da terra. Mi piaceva l’idea di realizzare una struttura molto essenziale, partendo dal basso verso l’alto con una sezione costante, in un unico segno grafico.

Nella parte superiore si appoggia il diffusore, il quale sembra piegarsi naturalmente, come accade ai petali della Diphylleia grayi. È un fiore bianco, poco conosciuto ma molto particolare: a contatto con l’acqua i suoi petali diventano trasparenti! Ecco perché la lampada si chiama Diphy: da accesa brilla di luce, mentre se la spegniamo diventa trasparente, come il fiore.

Anche per le sospensioni l’obiettivo era quello di far sembrare questi petali leggeri e quasi eterei. Per ottenere questo effetto è stato miniaturizzato il corpo centrale in alluminio, dove viene alloggiata la fonte luminosa a LED, anch’essa studiata attentamente per ottenere una diffusione ottimale.

Prossimi progetti che desideri condividere con noi?
A breve uscirà una nuova sospensione con la medesima tecnologia utilizzata nella serie Diphy, ma con un’ulteriore evoluzione tecnica di forte impatto visivo. Anch’essa si ricollega alla natura: posso solo dirvi che si chiamerà KURAGE e sarà presentata al prossimo Salone del Mobile a Milano.

Lampada Diphy di Mirco Crosatto, Linea Light Group

Lampada Diphy di Mirco Crosatto, Linea Light Group. Menzione d’onore al COmpasso d’Oro 2018

Roberta del Vaglio

robertadelvaglio@dailyapple.it