Keith Stephenson e Mark Hampshire: Minimoderns tra Londra e Sorrento
12 settembre 2013
Dal 14 al 22 settembre è London Design Festival. L’East London Design Shop ospita un evento d’eccezione: Minimoderns remix, ovvero artisti e designer reinterpretano la linea di parato Darjeeling del duo londinese Minimoderns. All’anagrafe Keith Stephenson e Mark Hampshire, la coppia racconta del suo amore per lo stile mid-century, della nuova collezione in fase di decollo e delle vacanze in penisola sorrentina, inseguendo Giò Ponti…
A proposito del vostro nome: perché “mini” e perché “moderns”?
Quando abbiamo dato vita a Mini Moderns la nostra intenzione era sfidare il mercato transgenerazionale delle carte da parato – la maggior parte di quelle che vedevamo era per adulti privi di senso del divertimento, oppure per bambini ma molto leziose e, ai nostri occhi, brutte. Per questo abbiamo creato un genere di parato che potesse essere usato in tutta la casa, in modo olistico. Ci piaceva anche l’idea che i nostri disegni volessero dire cose differenti per le persone – ad esempio la linea Festival è stata disegnata per gli adulti ma acquistata anche per camere dei bambini in abbinamento a giostrine in stile Calder.
La componente “Modern” del nostro nome è abbastanza diretta – dal momento che noi amiamo il design mid century. “Mini” era un prefisso che secondo noi suonava bene e accennava al nostro approccio trans-generazionale. Allo stesso tempo mini moderns sono tutte le piccole cose moderne che ci sono in casa. Suona anche familiare e avvicinabile, cosa molto importante per il nostro brand.
Parliamo della vostra collaborazione con Rob Ryan, ne avete altre in programma?
Amiamo da sempre il lavoro di Rob e lo abbiamo contattato per sapere se era interessato a produrre carta da parato con noi, lui ha anche creato per Clothkits, come noi. Eravamo molto eccitati quando ha accettato. È stato un percorso molto bello perchè abbiamo scoperto di avere molto in comune e lui è davvero la persona più bella con cui potresti lavorare.
Per la settimana del design di Londra presenterete il progetto Remix, di che si tratta?
Remix è un progetto di collaborazione. Un po’ di tempo fa abbiamo avuto l’idea di confrontarci con artisti e designer sul nostro vecchio catalogo e vedere cosa ne veniva fuori. Abbiamo basato il progetto soprattutto sulla collezione Buddha of Suburbia e il risultato è molto ecitante. Speriamo di renderlo un evento annuale.
Quali sono i prossimi progetti di Minimoderns, parteciperete a qualche fiera di settore?
Saremo solo ad una fiera, Home a Londra, in gennaio. È interessante per noi perché lanceremo la nostra nuova collezione con la possibilità di presentarla in modo coerente. Quest’anno porteremo la nostra prima linea di biancheria per il letto e la tavola e luci, come piccola anteprima della nostra nuova collezione “Hinterland”, che lanceremo nel 2014, ispirata alla zona in cui abbiamo una casa al mare, sulla costa sud orientale.
C’è un designer italiano, del passato o del presente, che vi ispira?
Senza pensarci un attimo diciamo entrambi Giò Ponti. L’hotel Parco dei Principi, da lui disegnato tra il 1960 e il 1961, è appena fuori Sorrento. Ci siamo stati tante volte. Ci piace l’ambiente e il design delicatamente modernista – arredi ed estetica si integrano perfettamente con l’ambiente. Amiamo l’approccio creativo di Ponti, con cui ci identifichiamo. È molto facile essere classificato come designer anche se sei un architetto, un disegnatore di tessuti o un grafico e Ponti mostra che tutto è molto fluido, ed è proprio ciò che ci sforziamo di fare.